Interazioni

Separazioni terminabili e interminabili

Francesca Enuncio, Cristina Bonucci

N. 60 / 2024 - Francoangeli

Editoriale

Separazioni terminabili e interminabili

a cura di Cristina Bonucci, Francesca Enuncio

Articoli

Essere senza l’altro: processi terminabili e interminabili nella separazione della coppia

Cristina Bonucci, Rosetta Castellano

Sebbene, nella nostra società attuale, separazione e divorzio siano eventi comuni, come clinici ne osserviamo spesso gli effetti perniciosi sulla psiche dell’adulto. Questo lavoro pone l’attenzione su cosa possa accadere a una persona che abbia fatto del legame il senso della propria esistenza, quando si senta costretta a riorganizzare la propria mente per accedere ad un funzionamento che comporti la visione della propria vita “senza l’altro”. Partendo dalle riflessioni di Freud su cosa possa considerarsi come terminabile e cosa intendersi come interminabile nel processo di conclusione dell’analisi, attraverso due brevi vignette cliniche, analizzeremo alcuni significati che la separazione può comportare quando non si è sufficientemente coesi, individuati, integrati come soggetti. Saranno considerati: gli aspetti interminabili dell’adattamento del soggetto all’esperienza della rottura del legame, aspetti che fanno capo all’inevitabile interminabilità dei processi attraverso i quali la mente si muove costantemente attorno a “schemi dell’essere con”, per confluire nella modalità di “schemi dell’essere senza l’altro”; l’attenzione ai processi terminabili, orientati alla riorganizzazione relazionale correlati a una ottimale coesione del Sé, alla capacità di “essere” persone “individuate” in grado di concepire la separazione, nonché in grado di contattare e stabilire una relazione con l’alterità. L’articolo considera l’ipotesi che la difficoltà, per molti individui in analisi, impegnati in un lavoro di “drastica revisione rappresentazione” sia data anche dallo stabilirsi di attaccamenti disorganizzati a seguito del trauma che può generarsi dalla minaccia della separazione. Infine, sarà posta attenzione sul valore del lavoro clinico e dei now moments affinché il movimento sé-altro, con-senza, possa proseguire per tutta vita.
“Con te… senza di me”. Esperienza primaria indifferenziata come matrice dei processi di separazioni interminabili

Paolo Boccara

L’autore affronta le dinamiche che caratterizzano i rapporti in cui le persone sembrano unite in modo tale da vivere dei rapporti emotivamente “fusionali”, da rendere impossibile una separazione senza sentirsi mancanti di una parte di sé. Propone, secondo le linee teoriche di Loewald e di Mitchell, di considerare l’importanza nello sviluppo del funzionamento mentale dell’esperienza di “densità affettiva indifferenziata” con l’altro, precocemente iscritta nella mente del soggetto, attraverso vere e proprie rappresentazioni pre-verbali e inconsce. Prospetta l’incontro con uno psicoanalista, come possibilità di entrare in contatto con questa “configurazione relazionale” per dare uno spazio e un tempo in cui questo livello dell’interiorità del paziente possa manifestarsi, prendendo forma di esperienza soggettiva e di sviluppo futuro.
Lasciarsi mentre ci si separa: diversità tra il percorso emotivo e il percorso legale

Felicia Cosentino

L’articolo esplora la complessità delle separazioni e dei divorzi, evidenziando le differenze tra il distacco emotivo e il percorso legale che non sempre procedono e si risolvono in contemporanea. Queste differenze fanno sì che le separazioni possano essere rapide o interminabili, a seconda della complessità delle questioni legali e emotive coinvolte. Al supporto legale è necessario, quindi, affiancare anche una consulenza psicologica e una consulenza finanziaria per affrontare queste situazioni, ma spesso viene trascurato, rendendo il lavoro dell’avvocato familiarista più complesso in quanto sarà tenuto a portare avanti il proprio ruolo, senza trascurare le implicazioni psicologiche.
Dare parole al dolore: il processo di simbolizzazione dell’assenza

Ondina Greco

In seguito alla morte di una persona significativa, quando il soggetto è chiamato a riconoscere dolorosamente la perdita del legame con la persona assente, la terapia può creare uno spazio transizionale in cui è possibile facilitare il processo di trasformazione di tale legame, attraverso l’attivazione della capacità simbolica, che rende possibile conservare qualcosa di ciò che è stato perduto e orientarsi verso un nuovo e più soddisfacente adattamento futuro. Gli esempi clinici mostrano le diverse forme simboliche che il processo di simbolizzazione può creare.
La sedia vuota. Il posto dei figli nella separazione dei genitori, tra psicoanalisi e diritto

Silvia Lepore

L’autore ripropone il lavoro così come già pubblicato quindici anni fa, quando transitava dal lavoro di avvocato di famiglia a quello di psicoanalista. L’intento è quello di testimoniare un’esperienza di lavoro che mostri l’intima connessione tra il compito dell’avvocato nelle separazioni e quella di chi si occupa degli aspetti psicologici e relazionali di queste difficili situazioni, evidenziandone aspetti di somiglianza e di differenza, di proficue cooperazioni ma anche di pericolose interferenze.
L’incapacità di separarsi in un caso di stalking amoroso

Lucia Pancheri

Questo lavoro mette a fuoco il problema dell’incapacità a separarsi partendo da un caso di stalking di tipo romantico, culminato in un tentativo di suicidio. Alla base del comportamento della paziente vengono evidenziati alcuni elementi che, in vario grado, si ipotizza giochino un ruolo in tutti i casi in cui si verifica un’incapacità a separarsi: un’incapacità di elaborare il lutto, legata a perdite precedenti non elaborate, anche transgenerazionali; una grande fragilità del Sé, che acquisisce forza solo fondendosi con un oggetto idealizzato, legata alla storia evolutiva; una relazione di tipo narcisistico in cui il partner garantisce la coesione del Sé e, in particolare, la disorganizzazione dell’attaccamento. In questa condizione, la separazione può diventare impossibile perché, in base al modello interno del “triangolo drammatico”, che caratterizza l’attaccamento disorganizzato, appena il soggetto cerca di separarsi dall’oggetto che lo fa soffrire (divenuto persecutorio), questo assume il ruolo di “salvatore” a cui il soggetto non può rinunciare a causa della sua fragilità o il ruolo di povera “vittima”, che non si può abbandonare, ma subito dopo tutto ricomincia all’infinito.

Esperienze Cliniche

Introduzione

Cristina Bonucci

Relazioni terminabili e interminabili: separazioni sospese e oggetti preziosi

Giancarlo Di Luzio

Nel lavoro vengono descritti i casi di quattro pazienti, tuttora in analisi, in cui la rottura delle relazioni affettive ha prodotto separazioni sospese. L’ipotesi avanzata è che il fenomeno della sospensione “sine fine” sia sostenuta da uno o più oggetti interni oppure oggetti-Sé, preziosi ed imperdibili in quanto idealizzati, così preziosi da non poter essere persi qualora l’evento separativo avvenisse. L’analisi ha rilevato che i soggetti dei casi avevano, nella fantasia inconscia, una perdurante esperienza relazionale con un oggetto interno idealizzato oppure con un oggetto-Sé gemellare all’interno di una coppia idealizzata gemellare.
Liv: lo spegnimento delle risorse vitali in una relazione di coppia

Maria Grazia Chiavegatti

Il presente lavoro prende avvio dal caso di una paziente che giunge in terapia in seguito ad un tentato suicidio. La grave depressione si istaura dopo la separazione dal marito e l’inizio di una guerra giudiziale che fa sentire la paziente in pericolo di perdere l’affidamento delle figlie ed il mantenimento. L’ipotesi sostenuta è che dei traumi precoci nel rapporto della paziente con la figura materna abbiano ostacolato la formazione di un Sé saldo, favorendo una fame di rispecchiamento (fusione) con un oggetto-Sé onnipotente e sadico che gradatamente svuota di vitalità il nucleo del Sé. La teoria polivagale di Porges permette di spiegare la passività della paziente ed il suo attestarsi su posizioni di difesa poco idonee ad affrontare la situazione contingente ed a porre le basi per un maggior benessere.

Fuori Focus

La supervisione di gruppo nell’istituzione. Il soggetto del campo e la scena primaria

Goriano Rugi

L’autore propone una lettura del campo analitico nelle supervisioni di gruppo. L’ipotesi è che il campo si strutturi intorno a pattern relazionali che tendono a ripetere relazioni d’oggetto primarie, fantasmi originari, scene traumatiche, parti scisse che vengono messe in scena nel gruppo-équipe. Tale visione resta centrata sul soggetto, anche se in oscillazione con una scena primaria di gruppo, la cui comprensione richiede una integrazione tra modelli monopersonali e concezioni di campo transpersonali. Il soggetto e la sua storia funzionano da potenti attrattori, che mettono in risonanza immagini di pensiero disperse, da cui il soggetto emerge infine come una immagine olografica, policentrica e condivisa. Elemento centrale è la scena primaria, il cui fantasma funziona da organizzatore del campo, mentre i concetti di transfert topico e di oscenalità mostrano i movimenti dei fantasmi primari, nel gioco di interfaccia tra il soggetto e il gruppo.
L’emozione condivisa. Narrazione e metafora nella terapia di coppia

Gabriele Scapellato

Le coppie, come entità emotive complesse, richiedono un’esplorazione approfondita nell’ambito della terapia di coppia. Il terapeuta, attraverso un coinvolgimento emotivo attivo, facilita la comprensione reciproca e l’adattamento tra i partner. Narrazione e metafora si rivelano strumenti essenziali per sondare i conflitti, facendo emergere aspetti soggettivi e intersoggettivi. Questi strumenti consentono di comprendere le dinamiche intricate della relazione e supportano il superamento delle difficoltà comunicative iniziali, permettendo una ristrutturazione delle modalità interattive della coppia.

Leggere le emozioni

La consapevolezza del limite, il dono della consapevolezza

Yalom I.D., Yalom M.

Una questione di morte e di vita, è il diario che Irvin Yalom e sua moglie Marilyn, due anziani all’ultimo atto della vita, scrivono insieme, a quattro mani, capitolo dopo capitolo, pochi mesi prima della morte di lei, malata di mieloma. La testimonianza di un’unione che attraversa sessantacinque anni vita celebrata all’insegna della conoscenza reciproca e del rispetto, ognuno, dell’individualità dell’altro, ingrediente insostituibile di unione interminabile.

Note d’arte

Il filo nascosto nell’opera Separazione di Edward Munch

Clelia De Vita

Si propone una lettura della tela Separazione di Edward Munch su un doppio registro: separazione come descrizione della coppia, che rimanda ad uno scenario inconscio più antico. Considerando la storia dell’artista, viene ipotizzato che la separazione dalla figura femminile del quadro, riassuma in sé le tracce inconsce della perdita della madre.