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I Legami nella consapevolezza dell’avanzare dell’età

Con il coordinamento di Daniela Lenzi

Gli studi sociali, antropologici, economici e psicologici mettono in evidenza come sia  in aumento  il numero delle persone nella fase della terza età e non sia pensabile una inversione di tale tendenza nel prossimo futuro. Gli stessi studi sottolineano una modificazione delle problematiche collegate.

Questo sembra portare ad una nuova e maggior richiesta di supporto psicologico da parte non solo dei singoli individui ma anche di coppie e famiglie che stanno entrando o già vivono la terza età.

Nuovamente centrale è la necessità di elaborare un nuovo lutto evolutivo da parte di una popolazione sempre più ampia e consapevole.

Cresce la percezione e la sensibilità sui temi connessi al riverbero e agli effetti, di tale processo, sull’individuo, sulla coppia e sulla famiglia : la fine della vita lavorativa, la malattia, la vedovanza, l’essere diventati genitori in età avanzata (anche con tecniche di fecondazione assistita o con percorsi adottivi), l’essere nonni, la migrazione dei figli, la menopausa e l’andropausa, la sessualità, lidentità di donna e di uomo nella terza età.

Si renderanno sempre più necessarie iniziative di supporto psicologico e sociale agli anziani,  ma anche alle loro famiglie.

In questa area di ricerca  si desidera  approfondire lo studio di questi aspetti e come incidano nel  ciclo della vita della coppia e della famiglia, con uno sguardo che tenga sempre presente i  legami inter e transgenerazionali, le dinamiche  intra psichiche e inter psichiche.

Nella terza età si sviluppano nuove difese o si irrigidiscono le difese precedenti? Secondo M. Vigneri ( Vigneri 2023) :“ in tarda età possono emergere specifiche strategie di difesa in un certo senso patognomoniche della vecchiezza, che imprimono una nuova configurazione alle tattiche di salvaguardia psichica: un ventaglio difensivo che si rende per così dire autoctonoe più avanti “ potrei avanzare l’ipotesi che financo alcune evenienze biologiche caratteristiche dell’avanzare delle vecchiaia possano essere reclutate dall’inconscio come meccanismi di difesa naturali “.

E la famiglia, come sistema complesso in inter relazione,  quali meccanismi di difesa e quali strategie evolutive mette in atto di fronte a questa fase evolutiva di un singolo o della coppia?  Quali fantasie, angosce vivono i vari membri ? Come si modifica l’intreccio tra loro? Come si modificano i legami? Quali difese comuni vengono strutturate?

 Trovandosi di fronte all’inizio o nel pieno della  fase terminale sia del singolo sia della famiglia per come è stata strutturata e vissuta finora, ancora di più, riprendendo Meltzer, il singolo, la coppia e la famiglia hanno il compito di un  lavoro psichico che generi un significato affettivo intorno alle vicissitudini dei legami e promuova sia nelle nuove generazioni sia in quelle più vecchie un sentimento di speranza per ciò che è stato vissuto e ciò che si vivrà.

L’obiettivo principale di questa area di ricerca è quello di aprire uno spazio di riflessione su questi temi, aperto a contributi sia clinici che teorici.

Una prima riflessione come gruppo ha riguardato il lessico da usare per definire questa fase della vita, come nominarla. Ci sembra che la parola “ vecchiaia” richiami e risvegli  immagini a volte anche disturbanti, ma che fanno parte del perturbante di questa fase, mentre terza o quarta età apra il pensiero all’esistenza di altre età, precedenti e successive, come un continuum.

 M.L. Algini  ( Algini 2024)  la chiama “ l’età tarda” : un “continente ostico” in cui ritrovare la memoria dell’essenziale, connotata dal presagio della fine e quindi da un “ orizzonte corto”. In particolare là dove si sperimenta il lutto di una persona cara: “L’ orizzonte corto non è solo il tempo breve della vita che ci resta e che manca al ricongiungersi. E’ sopratutto una profondità nuova, prima impensata e impensabile, originata dal lutto e dall’amore” ( Algini 2016)

Lo scrittore Erri De Luca  ( Erri De Luca  2025) la definisce “ l’età sperimentale “, un’occasione,  la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo di sé e degli altri, di allenare il corpo e la mente con maggiore consapevolezza e forse con più gusto. L’età sperimentale  ha in sé il vantaggio di aver guadagnato “lo slancio del tempo accumulato, potente catapulta del participio passato del verbo passare”. Ma non è una passeggiata, è un continuo procedere in salita.

Una paziente di 66 anni  la chiama “ l’età dell’attendismo”: “ Ho sempre corso nella mia vita, avevo sempre qualcosa da fare, di cui dannarmi, ora con mio nipote scopro che preferisco stare lì con lui, fare poche cose, leggere tante volte lo stesso librino. Un altra dimensione: l’attesa”

Potrebbe essere allora questa una risposta alla spaventosa domanda “a che cosa servo ora che non ho più ruolo?”

La filosofa Gabriella Caramore ci propone una trasformazione “ora che finalmente non ho più un ruolo, come posso ancora raccogliere il senso che la vita forse mi sta offrendo?” E’ possibile e auspicabile – e facciamo nostro l’auspicio – “il passaggio da una vita piena ad una vita essenziale, da una vita socialmente utile ad una vita “sensatamente inutile” come sensatamente inutile è la bellezza, la creazione artistica, la musica, la poesia, una carezza, uno sguardo. Inutile. Ma necessaria.”(G.Caramore, 2023)

Sono molte le riflessioni che possono nascere stimolate oltre che dal lavoro clinico e dalla propria esperienza personale, anche da libri, film, serie  televisive in cui il tema della terza età sempre di più si fa presente.

Silvia Casella, Roberta Fetti, Daniela Lenzi, Barbara Sbrana


Bibliografia

  • Algini M.L. (2016): Il tempo dell’orizzonte corto. Sull’amore e il lutto. Torino, Robin Edizioni, 20216.
  • Algini M.L.  ( 2024) Viaggiare l'età tarda. Sul valore della caducità. Edizioni Mimesis (2024)  
  • Caramore G.( 2023): L’età grande. Milano. Edizioni Garzanti ( 2023)
  • Minervini P., Nicolini C.( 2017) : Invecchiamento. Interazioni1-2017/45: 133-140
  • Vigneri M. ( 2023): Trasformazioni silenziose. Riflessioni psicoanalitiche sull’ora tarda della vita. Rivista di psicoanalisi 2023/2:411-425.