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Report dalle Giornate Residenziali della Società Italiana di Psicoanalisi della Coppia e della Famiglia di Orvieto

a cura di Donatella Lisciotto

Il 9 e 11 maggio si sono svolte ad Orvieto in forma ibrida le Giornate Residenziali della Società Italiana di Psicoanalisi della Coppia e della Famiglia (PCF) dal titolo “Il lavoro clinico con la Famiglia e la Coppia: tra l’intrapsichico e l’interpersonale”.
Il suggestivo Monastero di San Lodovico, con l’impeccabile organizzazione del segretario Marcello Valeri, ha accolto soci, allievi e candidati Pcf e altri parteciapnti interessati a d approfondire queste tematiche. Gli incontri si sono sviluppati in un clima di familiarità e condivisione, e di spirito di ricerca. Attraverso le ricche relazioni dei diversi relatori si è apprezzata una significativa produzione scientifica che ha affrontato temi che hanno stimolato ulteriori approfondimenti e filoni di ricerca da intraprendere. Dopo l’introduzione del presidente Pippo Saraó, che ha richiamato all’importanza della complessità nel lavoro psicoanalitico con le coppie e le famiglie, Anna Nicolò ha descritto i vari modelli psicoanalitici utilizzati nel l’approccio con la coppia e la famiglia. Una  parte di questa presentazione è pubblicata sul sito del PCF, assieme a vari articoli citati nella relazione.

La prima sessione condotta e commentata brillantemente da Ausilia Sparano ha trattato il tema dell’interpretazione: “Come, quando e cosa interpretare nella coppia”.
In questo contesto Daniela Lucarelli ha illustrato un interessante caso clinico in cui si è potuto rilevare il contributo significativo di talune interpretazioni.
Con un video Donatella Lisciotto ha declinato l’arte di Botero con le dinamiche della coppia, soffermandosi sul corretto uso dell’interpretare da parte del terapeuta.

La prima giornata si è conclusa con la proiezione del film “Le quattro figlie” di Ben Han, proposto da Diana Norsa e commentato insieme a MariaGrazia Giachin e Margherita Rossi. La suggestiva pellicola del regista arabo ha suscitato molte riflessioni che si sono riproposte anche durante i giorni successivi in un dialogo vivace che non ha tralasciato l’analisi della complessità relativa alle dinamiche familiari anche nelle diverse culture. Nella seconda sessione, dedicata al transfert e condotta magistralmente da Diana Norsa, molto apprezzato è stato il contributo di Elena Longo e Berniero Ragone – dal titolo “Il transfert e le sue articolazioni nel lavoro con la coppia” – che hanno realizzato un lavoro a quattro mani declinando efficacemente la teoria con la clinica.

A seguire Mara Siragusa ha coordinato la terza sessione dal titolo: “L’intervento clinico con la famiglia, quali transfert e quali interpretazioni” dedicata precipuamente al contesto familiare, realizzando approfonditi collegamenti tra il lavoro di Pippo Saraó e Clelia De Vita e facendo interessanti riferimenti alle relazioni di tutte le sessioni.

Margherita Rossi ha coordinato e commentato in maniera coinvolgente i contributi altrettanti coinvolgenti di Valeria Tossichetti e MariaRosaria De Francesco nella sessione dal titolo “Al di là dell’interpretazione: quali interventi?” Le relatrici hanno proposto un felice rimando tra narrazione clinica e storica delle teorie psicoanalitiche.

Ampio spazio è stato dedicato ai gruppi di lavoro.

Il gruppo formato da Ludovica Grassi, Silvia Casella, Roberta Fetti, Sabrina Bartolini, Valentina Boscolo, Daniela Lenzi, Donatella Lisciotto, Barbara Sbrana ha discusso sull’esperienza di un lavoro gruppale triennale di discussione di casi clinici di coppie e famiglie con il metodo  Weaving Thoughts   e dal titolo: “Tessere pensieri: funzione formativa e trasformativa del gruppo nel lavoro con le coppie e le famiglie”, suscitando un vivace dibattito e un confronto critico.

Maria Rosaria De Francesco, Maria Grazia Giachin, Giuliana Marin, Michela Melillo e Sonia Melgiovanni hanno presentato un lavoro molto apprezzato e poetico sul tema controverso della fine della terapia che si è snodato delicatamente attraverso alcuni casi clinici.

Accanto allo spirito di ricerca e di studio, la cifra delle Giornate è stata lo spazio dato al dialogo tra tutti i partecipanti, alla libera associativita di ognuno, all’apertura verso posizioni su cui incuriosirsi e approfondire, alimentando il desiderio di conoscenze nuove.

Si può dire che il gruppo PCF ne è uscito rafforzato e unito dalla convivialità e dall’entusiasmo scientifico che si sono respirati fino alla fine. I lavori presentati saranno pubblicati nei prossimi numeri della rivista Interazioni.