Interazioni

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Legami e affetti

N. 1 / 1992 - Francoangeli

EDITORIALE

Interazioni: una metodologia clinica e osservativa, di Anna M. Nicolò

ARTICOLI

INTERVISTA/DIBATTITO

  • Interazioni tra setting nelle istituzioni, a cura di Giuseppe Martini
  • Interviste a Roberto Tagliacozzo, Fausto Petrella e Maria Clotilde Gislon

DOCUMENTAZIONE E RICERCHE

  • Presentazione

RECENSIONI

  • Libri
  • Riviste

DIZIONARIO DI PSICOANALISI FAMILIARE

  • Campo (modello di), di Antonello Correale
  • Fantasmi originari, fantasmi antioriginari, di Simona Taccani
  • La membrana diadica, di Andreas Giannakoulas

RIASSUNTI/SUMMARIES/RESUMES

  • Italiano
  • Inglese
  • Francese

 

 

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Giannakoulas A. (1992). Il bambino come «Terapia» della difesa maniacale post-traumatica, Interazioni – “Legami e Affetti”, 0, pp. 25-36.

Con questo mio contributo vorrei portare una critica articolata alla scarsa attenzione rivolta ai diversi processi della funzione cosiddetta di genitorialità, ed, allo stesso tempo, considerare questi processi come aspetti collusivi inconsci che spesso sono fondamentali, non solo per la fenomenologia del rapporto tra i partner, ma anche per un preciso rapporto tra la sintomatologia dei figli e gli aspetti della patologia collusiva organizzata dalla coppia. Questa affermazione implica tutto il complesso campo della selezione del compagno o della scelta oggettuale coniugale. Questa reciprocità collusiva emerge in una varietà di forme. Ad esempio motivazioni reciproche di individui deprivati, traumatizzati, shoccati, o profondamente depressi a scegliere partner analoghi per perpetuare il proprio stato d’animo senza investire o essere investiti affettivamente dall’altro: “Come posso parlare del mio dolore conoscendo l’immensità del tuo!” E’ stata sottolineata da Winnicott, a questo proposito, la “Falsa Restituzione” dei figli nei confronti dei genitori. Questa falsa restituzione e riparazione si esprime attraverso l’identificazione del bambino con la parte dei genitori che non ha subito la dissociazione della difesa maniacale, cioè con la loro parte più profonda, traumatizzata e terrifica, il luogo dove ogni loro difesa maniacale fallisce, il punto dolente, mai elaborato, l’interruzione traumatica dei loro rispettivi sé, che ha acquisito il senso di un punto di non ritorno. C’è come un tentativo onnipotente da parte del bambino di ristabilire la continuità.[/su_lightbox_content]
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Zavattini G.C. (1992). Interazioni e affetti, Interazioni – “Legami e
Affetti”, 0, pp. 11-24.

L’autore mette in evidenza che la crisi del modello strutturale delle pulsioni ha avuto, tra le varie conseguenze, quella di aprire la strada nel movimento psicoanalitico a un maggiore
interesse per il rapporto tra mondo interno ed esterno, così come si è fatta più evidente
l’ipotesi della “relazionalità” come costitutiva delle strutture mentali.
In tale prospettiva, e tenendo conto dei contributi della Developmental Psychology, viene
dato ampio spazio al tema degli affetti e delle rappresentazioni interne come fonte di stabilità
delle relazioni.
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Nicolò A.M. (1992). Versioni del Sé e interazioni patologiche,
Interazioni – “Legami e Affetti”, 0, pp. 37-48.

L’autrice, tramite l’uso di esemplificazioni cliniche, analizza differenti tipi di interazioni patologiche nei membri di una coppia e nella famiglia e li mette in correlazione con differenti aspetti del Sé a seconda delle fasi del ciclo vitale e della natura della relazione con l’oggetto.
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Montinari G., Pede P. (1992). Psicoterapia familiare analitica e
istituzioni. Interazioni e affetti, Interazioni – “Legami e Affetti”, 0,
pp. 49-60.

Gli autori inquadrano la questione nel problema più generale del rapporto tra psicoterapia e servizi; in particolare, privilegiano le peculiarità dei nuovi servizi psichiatrici, intesi come una possibilità di ampliare il campo delle psicoterapie.
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Racamier P.C. (1990). A proposito dell’ingranamento, Interazioni –
“Legami e Affetti”, 0, pp. 61-70, 1992.

Ricorrendo all’immagine dell’ingranaggio, con il termine ingranamento viene definita una
relazione molto stretta di influenza e interazione reciproca. Operando nella coppia o nella famiglia, procedendo a cascata dal fantasma al delirio, l’ingranamento viene canalizzato nei suoi meccanismi, nella sua economia, nelle sue relazioni di vicinato e nelle sue manifestazioni.
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Resnik S. (1991). Catturati dall’altro/nell’altro, Interazioni –
“Legami e Affetti”, 0, pp. 71-77, 1992.

Dalla esperienza intrauterina alla relazione d’amore, attraverso il rapporto madre-bambino, l’autore ridefinisce lo spazio di ogni struttura relazione.
La simbiosi madre-feto diventa “legame e relazione” solo riconoscendo la propria
separazione, a riguardo assume una nuova importanza la funzione paterna che diventa
termine indispensabile ad ogni relazione e si fa carico di “stabilire l’ordine a tavola”.
Un significativo caso clinico ci mostra come dalla sepoltura del proprio Sé nell’altro si possa riscoprire la funzione del legame solo accettando il proprio “esser soli” e passando dalla dualità alla molteplicità.
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Stern D. (1991). Il dialogo tra l’intrapsichico e l’interpersonale,
Interazioni – “Legami e Affetti”, 0, pp. 79-88, 1992.

L’articolo contribuisce a chiarire la complessa dialettica fra l’intrapsichico e l’interpersonale.
Una breve introduzione evidenzia le differenze fra l’approccio sistemico e quello psicoanalitico nell’interazione genitori-bambino.
Illustrando le principali posizioni psicoanalitiche, l’autore discute quanto le rappresentazioni possano influenzare le interazioni e viceversa.
Alcuni esempi di ricerca nell’ambito della psicologia dello sviluppo mettono in luce
l’articolazione fra le capacità del bambino di formarsi delle rappresentazioni che l’autore chiama prototipiche ed il suo contesto.
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